Chat&Chips con Luca Rivoira, Business Consultant
Dare forma a un’idea, investire in un settore che si apprezza, sfruttare appieno le proprie competenze: sono solo alcuni degli aspetti che spingono un professionista a mettersi in gioco e a dare vita a un progetto imprenditoriale. Tuttavia, senza un metodo da seguire e senza gli adeguati strumenti, perseguire gli obiettivi che si sono prefissati potrebbe essere difficile. Non è raro incontrare imprenditori che, poco dopo aver aperto la loro impresa, hanno la sensazione di muoversi senza seguire un percorso ben definito, o sentono che il loro business non è adeguatamente organizzato. Un altro ostacolo possono essere i cambiamenti: un’azienda, infatti, non è un organismo statico, destinato a rimanere immutato nel tempo. Ci possono essere poi imprenditori che vogliono espandere il loro mercato ma non sanno come muoversi o ancora professionisti a cui mancano le competenze necessarie per mettere in piedi un’impresa di successo.
Ciò che serve alle aziende che si trovano bloccate in uno di questi scenari è lo sviluppo di un’attitudine imprenditoriale e la ricerca di strumenti e metodologie professionali che permettano di dare forma a un solido progetto di impresa. Abbiamo incontrato Luca Rivoira, business consultant, per farci raccontare qualcosa in più sullo scenario imprenditoriale italiano.
LORIS (Co-founder Limo Comunicazione): Luca, parliamo un po’ di cultura imprenditoriale e business mindset. Come sono messe da questo punto di vista, le PMI italiane?
LUCA: Ti dirò, meglio di quanto ci si potrebbe aspettare! Gli imprenditori con cui collaboro sono sempre più orientati alla consapevolezza imprenditoriale. Sanno che è importante destinare una parte del budget alla progettazione e non vogliono occuparsi soltanto della parte più operativa del loro lavoro. C’è sempre di più la spinta a proporsi come imprenditori manager, si vuole essere più consci della propria azienda anche dal punto di vista manageriale. Ed è questo l’approccio che io consiglio: è importante pensarsi “già grandi”, sentirsi orientati alla crescita, perché non si sarà una micro impresa per sempre.
LORIS: E gli imprenditori che si rivolgono a te arrivano già con questa mentalità “rinnovata” oppure è grazie al percorso che costruite insieme che riescono a cambiare la loro prospettiva?
LUCA: Guarda, in generale chi arriva da me per una consulenza lo fa perché ad un certo punto si rende conto che c’è bisogno di adottare una visione differente, perché per crescere le semplici capacità operative, ad un certo punto, non sono più sufficienti. Puntare sull’operatività, sulle competenze specifiche legate al proprio business può andare bene all’inizio, ma poi emerge la necessità di affiancare anche capacità commerciali e organizzative. Questo perché il tessuto economico sta cambiando e le idee, da sole, non bastano più: è importante saper entrare nel mercato, ma poi bisogna anche saperci rimanere. Per fortuna oggi sono nati anche tanti servizi pubblici, oltre che privati, di accompagnamento all’imprenditorialità, per aiutare gli imprenditori ad organizzare al meglio il proprio progetto.
LORIS: Insomma, magari imprenditori si nasce anche, nel senso che le idee e la creatività sono fondamentali, ma poi bisogna anche imparare a sviluppare l’atteggiamento giusto.
LUCA: Esatto. Un’impresa non è fatta solo di numeri, ma c’è anche un lato più emozionale, creativo, di impatto sociale. Ma è importante coniugare questa visione con la parte più logica: che letto fuori dalle righe, significa saper far quadrare i conti. L'imprenditore deve quindi avere entrambe queste visioni e non è semplice. Ma per fortuna si può continuare a studiare e sperimentare. La pratica, e anche gli errori, a modo loro, ci permettono di imparare molto. Se però si parte da zero e non si hanno competenze sull’argomento, chiedere aiuto a un consulente esterno è di primaria importanza.
LORIS: Secondo te, c’è un fattore in particolare che ha spinto gli imprenditori ad andare avanti rispetto al modo di fare impresa che ha caratterizzato la storia della microimprenditoria italiana?
LUCA: I fattori sono molteplici e spesso sono correlati l’uno all’altro. Innanzitutto, chi sviluppa un atteggiamento propositivo e positivo, nonostante le difficoltà e i sacrifici, vedrà dei ritorni. Sicuramente sono poi importanti anche le imprese che, lavorando in questo modo, funzionano molto bene e diventano fonte di ispirazione per gli altri. Sta arrivando una ventata d’aria fresca e i primi che ne raccoglieranno i frutti sono gli imprenditori che hanno saputo aprirsi al cambiamento.
LORIS: Fino ad ora, abbiamo parlato di tanti cambiamenti postivi per il mondo dell’imprenditoria. Ma non possiamo negare che ci siano ancora molti scogli per gli imprenditori italiani, come la burocrazia e le tasse…
LUCA: Hai toccato un aspetto molto importante. Le tasse e la burocrazia sono un dato oggettivo, ma non possono essere considerati la causa di ogni problema imprenditoriale. Anzi, anche in questo caso se si ha una programmazione buona, anche a livello finanziario, tutto diventa gestibile. Per fortuna, come ti dicevo prima, oggi sono sempre di più gli imprenditori che hanno compreso l’importanza della programmazione.
LORIS: Oltre al lato finanziario, su quali altri settori pensi che sia aumentata la consapevolezza degli imprenditori? E quali, invece, ancora sono sottovalutati?
LUCA: Dipende dall’esperienza del singolo. Tendenzialmente, chi è alla prima esperienza, dà la priorità a tutto ciò che è legato all’operatività (quindi ai macchinari per la produzione, ai materiali…). Se la visione imprenditoriale manca, si fa più fatica a dare valore al resto. In generale, posso però dirti che gran parte delle analisi che faccio sono sui dipendenti. Ci sono ovviamente variabili, a seconda degli asset dell’azienda, ma comunque l’imprenditore è sempre di fronte alla scelta se inserire o meno dei dipendenti in più. È un elemento fondamentale da programmare: se me la sento posso farlo anche prima di aumentare il mio fatturato, altrimenti posso aspettare. Sono tutte scelte che vanno ponderate e programmate.
LORIS: La parola chiave è quindi “misurare”: devo sempre sapere dove mi trovo rispetto ai miei obiettivi. In maniera pratica, saper gestire la capacità di investimento quanto fa crescere le aziende?
LUCA: Quantificare questo dato, in modo generico, è difficile. Ma posso assicurarti che nel momento in cui gli imprenditori incominciano ad avere più consapevolezza del modo in cui vengono generate le vendite e sapere con precisione quali sono i costi sostenuti, si fa già un grande passo avanti. Avere chiari questi due elementi permette, infatti, di comprendere quali sono i punti di forza e in che modo settare gli obiettivi.
LORIS: Qual è il consiglio che vuoi dare agli imprenditori che stanno cercando di modificare l’approccio nei confronti del loro business?
LUCA: Quando ci si trova di fronte a una scelta e non si sa come agire o non si riesce a capire qual è la decisione giusta per l’azienda, io consiglio sempre di farsi guidare dal valore che si desidera veicolare attraverso la propria offerta. Soltanto tenendo a mente i vantaggi che vogliamo offrire riusciremo a costruire un business coerente e a dar vita a dei prodotti capaci di suscitare l’interesse del target.
Luca Rivoira è un consulente di direzione che supporta gli imprenditori nella programmazione strategica delle loro attività: li accompagna in progetti specifici di sviluppo e nel controllo economico finanziario. Si è laureato in Economia e Direzione delle Imprese. Per 10 anni è stato tutor per il progetto MIP - Mettersi In Proprio della Regione Piemonte e ha collaborato a diverse iniziative di supporto alle imprese, come "Crescere Imprenditori" di UnionCamere Piemonte e "Progetto RestartApp/RestartAlp" di Fondazione Garrone.
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