Nel 2015, Neil Young realizza PonoMusic, un lettore di musica digitale in grado di garantire un'esperienza di ascolto ottimale. Pono, infatti, si propone fin da subito sul mercato come la soluzione pensata per coniugare la semplicità di fruizione della musica in streaming all'alta qualità del suono. A differenza di altre piattaforme per l'ascolto di musica on demand, Pono garantiva audio in 24 bit ad alta risoluzione. Neil Young era convinto che gli appassionati di musica sarebbero stati disposti a pagare di più pur di poter fare esperienza di un ascolto perfetto. Purtroppo però, già nell'estate del 2015 l'azienda incomincia ad avere dei problemi di soldi e nel 2016 il progetto di Pono si esaurisce. L'idea di Neil Young, in quegli anni, fu fortemente criticata. Tuttavia, guardando alle mosse compiute recentemente dalle principali piattaforme che forniscono un servizio di musica on demand, possiamo dire che con Pono, Neil Young ci aveva visto giusto.
Oggi, infatti, Amazon Music ha messo al centro della sua offerta l'attenzione verso la qualità del suono. L'annuncio è stato accolto con entusiasmo, tanto che Amazon Music nel 2020 potrebbe superare il numero degli iscritti del competitor Apple. E di fronte a queste evidenze, siamo obbligati a fare un passo indietro: Pono aveva imboccato la strada giusta e Neil Young, grazie alla sua esperienza nel settore musicale, era stata in grado di prevedere con anticipo un trend del settore. Pensiamo, dunque, che valga la pena guardare con occhio critico il nuovo progetto del cantautore, i "Neil Young Archives". Anche qui si tratta di un abbonamento online: con poco meno di due dollari al mese, i superfan possono accedere a una serie di contenuti d'archivio esclusivi, digitalizzati. Foto di tour passati, rare interviste, video esclusivi: insomma un archivio di contenuti premium a cui 25mila fan hanno già aderito. Per un guadagno di 600mila dollari l'anno.
Nonostante le critiche rivolte a Pono e la sfortunata sorte di questa piattaforma, pensiamo che un imprenditore abbia molto da imparare dall'approccio di business di Neil Young. Ecco tre spunti su cui può essere interessante riflettere.
Intuire quando è il momento di cambiare il modello di business
Il modello di business (business model) è la struttura logica su cui si basano tutte le attività di un'azienda, è il modo in cui un'impresa crea e distribuisce valore. L'esperienza di Neil Young ci insegna che sul mercato vince chi riesce ad innovare il modello di business: si lavora per migliorare il valore offerto ai clienti, ci si chiede di che cosa abbiano realmente bisogno. Intraprendere un percorso di cambiamento di questa portata può essere complesso, perché è necessario avere una conoscenza più che approfondita del target di riferimento e del mercato. Inoltre, non bisogna dimenticare i propri limiti: ripensare radicalmente l'azienda può essere rischioso se non si lavora con metodo e non si è certi della direzione in cui si vuole andare. Tuttavia è importante saper leggere i segni dei tempi e se si comprende che i bisogni e i comportamenti d'acquisto dei consumatori stanno per andare in una direzione differente, agire. Temere il cambiamento, molto spesso, è ciò che ingolfa il motore della crescita aziendale.
Aumentare il valore offerto
Pono era nata con l'obiettivo di andare controcorrente e offrire qualcosa di diverso rispetto alle altre piattaforme di musica on demand. L'attenzione alla qualità del suono, infatti, non era una caratteristica su cui facevano leva gli altri servizi di musica digitale. La forza dell'intuizione di Neil Young sta proprio nell'essere riuscito a captare un bisogno degli appassionati di musica, prima ancora che lo manifestassero. Giocare d'anticipo, in casi come questo, è fondamentale per distinguersi dai competitor: non bisogna più rincorrere le intenzioni dei consumatori, ma avere gli strumenti giusti per leggere e interpretare tutti gli elementi che sono indicatori predittivi di trend futuri. Se l'obiettivo del cambiamento è aumentare il valore offerto, focalizzarsi sui clienti e sui loro bisogni diventa irrinunciabile.
Puntare sui contenuti di proprietà
Infine, il successo del servizio di abbonamento offerto dai Neil Young Archives, ci fa riflettere sull'importanza di mantenere sempre la proprietà e il controllo dei contenuti. Potrebbe sembrare un aspetto scontato, ma in realtà con la forte diffusione delle piattaforme social, può essere difficile comprendere che cosa possiamo realmente controllare. Ad esempio, ci sono imprenditori che decidono di comunicare il loro business sul web soltanto attraverso i social, perché il loro utilizzo è semplice ed immediato. Permettono inoltre di raggiungere e interagire facilmente con il target. Aprire un profilo è gratuito e i costi si aggiungono eventualmente soltanto per sponsorizzare ciò che si pubblica.
La decisione di essere presente soltanto sui social potrebbe sembrare efficace per coloro che non hanno bisogno di un sito per portare avanti il loro business (al contrario di un e-commerce, per esempio) ma in realtà non lo è. Siamo davvero padroni dei contenuti che postiamo sui social, dal momento che la piattaforma mantiene e può esercitare su di essi un diritto di censura o di rimozione? Non sono rari i casi di pagine chiuse perché vittime di continue segnalazioni da parte dei competitor. Inoltre, quando pubblichiamo un contenuto non siamo noi a decidere a chi verrà mostrato. A livello grafico, poi, i social possono fare repentini cambiamenti grafici, di layout, di lunghezza massima dei testi… L'immagine di un brand risulta quindi fortemente condizionata dagli standard e dalle regole delle piattaforme a cui si appoggia.
Vi ricordate di piattaforme come MySpace o del servizio di messaggistica MSN? Oggi non esistono più, soppiantati da nuovi siti e app: anche i social, infatti, devono fare i conti con i cambiamenti del mercato e possono quindi scegliere di chiudere o di modificare la loro natura. Per questo è fondamentale non limitarsi a lavorare con i social per garantirsi visibilità online. Aprire un sito web, personalizzabile sotto ogni aspetto e su cui si ha il pieno controllo, è il primo passo da fare per iniziare a costruire la propria presenza online e iniziare a guadagnare.
Nella gestione del tuo business, quale di questi spunti hai già fatto tuo e su cosa, invece, senti di avere un margine di miglioramento?
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