Negli ultimi mesi si è tanto parlato di Clubhouse come audio chat: dopo l'iniziale clamore, alcuni l'hanno definito l'ennesima meteora social.
Forse non resisterà nel tempo - neppure con la recente apertura al mondo Android in USA - ma una cosa è certa: ha aperto la strada al vocal social.
Come funziona Clubhouse
Clubhouse è un social network in cui si comunica con contenuti vocali. Gli iscritti possono unirsi alle diverse stanze tematiche interagendo con i propri messaggi audio.
Questo social si unisce alla schiera degli esistenti, con l'obiettivo di offrire agli utenti un luogo di confronto in cui: imparare, divertirsi e connettersi.
Ma su un fattore si pone in contrapposizione e, in parte, è stata la chiave del suo iniziale successo: si può accedere solo su invito.
L'esclusività non sempre paga
Tralasciamo il fatto che inizialmente era disponibile solo per I-phone (il che lo rendeva ancora più esclusivo): siamo di fronte al primo social con la catenella da privè. E non stiamo parlando di qualche funzionalità speciale destinata ad influencer e ambassador: su Clubhouse o sei dentro o sei fuori.
Ovviamente il tema dell'esclusività funziona sempre: ben presto vip di ogni genere, da Oprah Winfrey a Elon Musk hanno fatto capolinea su questa piattaforma. Anche Zuckerberg ha deciso di testarla, forse con l'intento di lasciarsi ispirare.
Il problema dell'esclusività, però, è che ad un certo punto annoia. La maggior parte degli utenti desiderava essere invitata su questo social esclusivo: una volta entrata, ha perso ogni interesse.
Mentre coloro che erano esclusi a priori (mondo Android), hanno ben presto perso interesse per qualcosa di cui non sentivano la mancanza. I recenti dati sul download della versione beta per Android, infatti, confermano questo trend.
Il tempismo di Twitter Spaces
Come dicevamo all'inizio, Clubhouse ha aperto il mondo del vocal social e Twitter non ha aspettato molto per lanciare a maggio 2021 Spaces: la funzione di audio chat che consente a tutti gli utenti con più di 600 follower di ascoltare o prendere parte ad una conversazione.
Il lancio di Spaces ha preceduto la versione beta di Clubhouse andando a coprire una fetta di mercato che fino a quel momento era stata esclusa. In più, si è rivolto ad un tipo di utenti che è solito condividere opinioni in modo istantaneo e che quindi, potenzialmente, avrebbe apprezzato questa implementazione.
Anche in questo caso parliamo di esclusività dettata dal numero di follower. La scelta di Twitter, però, ha permesso di distingue gli utilizzatori abituali da quelli occasionali andando a creare una base utenti di partenza qualitativamente buona e attiva.
È ancora presto per definire se questa implementazione avrà successo o se finirà nel dimenticatoio come i Fleet, le stories di Twitter.
A volte l'idea di successo non basta
Così come per il formato storie di Instagram, o meglio Snapchat ( per approfondire Snapchat e il modello di business delle start-up), che è stato riproposto su diversi social, potrebbe succedere lo stesso anche al format audio di Clubhouse.
Il format audio chat è un'idea di successo, proprio come il formato storie: deve rivolgersi però ad una community in grado di valorizzarlo.
Mai come oggi i social sono divisi da un netto gap generazionale e culturale che ne influenza le funzionalità e i modi di utilizzo.
Forse la piattaforma Clubhouse si è rivolta al pubblico sbagliato combinando l'esclusività dell'accesso e la serietà delle conversazioni. Lo stesso format su una piattaforma come Twitter potrebbe, invece, dimostrarsi vincente.
Tuttavia, la vera differenza che al giorno d'oggi vede ancora i social di Zuckerberg e Google al primo posto è solo una: i dati.
Perché sì, i social sono uno strumento incredibile: permettono di condividere le nostre passioni e ci offrono una finestra sul mondo. Ma vige una regola che è sempre bene ricordare: quando accedi a qualcosa in modo gratuito, vuol dire che il prodotto sei tu.
I contenuti audio si adattano alla tua attività?
Nel momento in cui sarà possibile tenere traccia dei comportamenti degli utenti anche con il format audio si avrà la vera rivoluzione del vocal social.
Per il momento sono validi strumenti con cui un imprenditore può far sentire la propria opinione, in un contesto in cui non bisogna necessariamente essere Elon Musk per avere un certo seguito.
Con i vocal social bisogna metterci la propria voce per risultare credibili, ma questo non significa che l'intervento debba essere lasciato all'improvvisazione.
Noi di Limo possiamo aiutarti nel definire i punti chiave del tuo intervento e prepararti a rispondere a rispondere in modo professionale a qualunque domanda degli utenti.
Se, invece, preferisci non avere subito un contatto diretto con il pubblico, esistono già diverse possibilità per poter condividere un contenuto audio di qualità: primo fra tutti il podcast.
Approfondiremo il tema nel prossimo articolo Podcast: format vincente per marketing e comunicazione delle aziende .
Stay Tuned!
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