Privacy Policy GDPR: cosa cambierà per l'utente?

Privacy Policy GDPR: cosa cambierà per l'utente?

Nonostante le esigenze del mercato volte a sfruttare le potenzialità dei dati per profitto, occorre soffermarsi su come l'utente percepisca la costante condivisione dei propri dati e cosa può fare un'impresa per tutelarlo attraverso la privacy policy GDPR.

Secondo il rapporto Cisco 2021 Consumer Privacy Survey il 46% pensa di non essere in grado di proteggere i propri dati e il 76% non riesce a capire come verranno utilizzate dalle imprese.

Sempre più persone cercano di  proteggere la loro privacy: secondo il report di We Are Social il 33,4% ha usato un anti pubblicità ((un anti spam o un ad block) nell'ultimo mese e più del 50% ha cancellato i cookies dal proprio browser.

Tuttavia, non vi è chiarezza su come funzionano le leggi sulla privacy (in Italia il 44% non le ha comprese), ed è ancora più allarmante se si pensa che si basano sul consenso individuale.

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APPLICAZIONI VR E AR : LA PRIVACY VERRÀ MENO NEL METAVERSO

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Il questo contesto, Mark Zuckerberg ha annunciato il Metaverso, sollevando non pochi dubbi anche tra i più esperti in materia.

Abbiamo già parlato della bassa possibilità che le Super App si diffondano in occidente, ma qualora succedesse una cosa è certa: incideranno sulla privacy.

Infatti, grazie alla tecnologia AR (occhiali realtà aumentata), il Metaverso porrà fine all'anonimato negli spazi pubblici, trasferendo i dati sul posizionamento. Mentre con applicazioni VR (realtà virtuale) sarà possibile il tracciamento oculare, che rivelerà ciò  su cui ci soffermiamo e che desideriamo. Questa quantità enorme di dati, incanalata in un'unica realtà, potrebbe essere violata da terzi, se non dagli sviluppatori stessi di cui (tra l'altro) non è ancora chiaro il business plan sul lungo periodo.

 

NOTIZIE FALSE SU INTERNET: TUTTA COLPA DELL'ALGORITMO

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Per non parlare dell'Algortimo, il gatekeeper mediatico del 21° secolo. Per decenni i  gatekeeper furono i giornalisti di testate autorevoli: con l'avvento di Internet tutti hanno avuto libertà di parola e di diffondere fake news, in un'apparente democrazia dell'attenzione che crea notizie false.

Con l'arrivo dei social network abbiamo raggiunto il livello più alto di manipolazione dell'informazione: l'algoritmo, grazie al data mining, ci mostra soltanto informazioni che otterranno la nostra attenzione (non importa che siamo vere o meno) con l'unico scopo di mantenerci per più tempo sulla piattaforma e dispensarci contenuti pubblicitari sapientemente selezionati grazie alla nostra profilazione.

Fino a poco tempo fa, non c'era alcuna regolamentazione in merito, in quanto i social network non rientravano tra i mezzi d'informazione.

 

PRIVACY POLICY GDPR : QUALI SVILUPPI AVRÀ SUL MERCATO DIGITALE

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Per fortuna, la Commissione Europea ha approvato nel 2016 la privacy policy GDPR (in vigore dal 2018) per tutelare la privacy dei cittadini europei. Il Regolamento applica il principio della technology neutrality, in modo da ricomprendere ogni tecnologia attuale e futura.

Nel 2021, invece, ha approvato il Digital Services Act (Dsa) e il Digital Markets Act (Dma) : queste due leggi hanno lo scopo di tutelare il consumatore, rendendo i mercati digitali più equi e aperti a tutti.

In particolare, il Digital Service Act prevede, tra le altre cose, nuovi obblighi per le piattaforme di grandi dimensioni di adottare matrici di valutazione del rischio al fine di prevenire abusi dei loro sistemi; e misure di trasparenza di ampia portata, anche per quanto riguarda la pubblicità online e gli algoritmi utilizzati per consigliare contenuti agli utenti.

Il digital Markets Act, invece, si rivolge principalmente alle aziende gatekeeper (Meta, Google, Apple, Amazon & CO.) ossia coloro che al momento controllano l'accesso al mercato digitale. Per contrastare l'uso sleale dei dati, la Commissione Europea ha imposto dei controlli periodici e delle sanzioni in caso di inadempiecontrollano nza.

Ma tutto questo potrebbe essere vano, dato che il consenso al trattamento della privacy viene rilasciato dall'utente. La maggior parte degli utenti non può permettersi di negare il consenso: certi servizi ormai sono indispensabili per il lavoro e la nostra vita quotidiana. Tuttavia, con la giusta educazione, è possibile limitare i danni relativi alla condivisione dei dati.

 

NUOVA NORMATIVA PRIVACY : COSA FARE COME AZIENDA

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Gli utenti hanno quindi delle preoccupazioni fondate e la loro sfiducia verso le aziende in cui lavorano aumenterà se non verrà fornito un resoconto completo su come vengono trattati i loro dati personali.

Con l'entrata in vigore del GDPR è diventato obbligatorio la privacy policy aziendale,  un documento ufficiale in cui l’azienda stabilisce chiaramente per iscritto quanti, quali e in che modo i dati personali possono essere utilizzati. 

Il documento include anche l'obbligo dell'uso pertinente degli strumenti di lavoro, compresa la posta elettronica che dovrà essere utilizzata solo per fini lavorativi. Il file dovrà essere sottoposto all'attenzione dei dipendenti e firmato.

Inoltre, stando agli articoli 29, 32 e 39 del Regolamento UE 2016/679 (GDPR) è obbligatorio attivare dei corsi formazione privacy per tutti i dipendenti al fine di informarli sui comportamenti più corretti per tutelare la loro privacy e quella dei dati aziendali. La macata formazione privacy è considerata una violazione di legge ed è soggetta al pagamento di una sanzione amministrativa.

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