Oggi nelle aziende convivono tre generazioni diverse: Gen X, Millennial e Gen Z. Tre culture, tre visioni della vita personale e professionale, tre scale valoriali differenti. Le necessità mutano, le richieste evolvono e così devono progredire anche Employer Branding e Talent Attraction.
Nei paragrafi che seguono vedremo le differenze tra queste tre generazioni e come la Generazione Z stia cambiando i paradigmi di riferimento. Scopri come sviluppare il tuo piano di employer branding e prendi spunto da alcuni casi di successo.
La concezione della carriera cambia nel tempo: generazioni a confronto
Generazione X - nati dal 1965 al 1982
A guidare la Gen X è stata ed è ancora oggi la stabilità professionale. Abituata ai contratti a tempo indeterminato, la Gen X è avvezza a un posto di lavoro fisso e ha sempre preferito la stabilità ad un rinnovo continuo degli stimoli. Inoltre, tipica della Gen X è la tendenza a separare nettamente la vita privata da quella lavorativa.
Millennial - nati dal 1983 al 1996
I Millennial, di contro, hanno fatto da tramite tra la stabilità della Gen X e la flessibilità totale della Gen Z. Disposti a sacrifici che coinvolgono spazio e tempo per favorire il proprio avanzamento di carriera, i Millennial sono guidati dal desiderio di affermarsi nel mondo del lavoro: vogliono sviluppare continuamente le proprie conoscenze, vivere esperienze significative e formative per la loro crescita professionale.
Generazione Z - nati dal 1997 al 2012
Infine eccola lì, la Gen Z: è cresciuta in un'epoca di cambiamento costante in cui la precarietà non è per forza uno svantaggio. Da qui il desiderio di una sempre maggiore flessibilità, di lavorare per obiettivi da remoto e di conciliare la propria vita privata con quella professionale.
Una recente ricerca di Gallup, afferma che il 54% dei lavoratori Gen Z non si sente coinvolto dal proprio contesto di lavoro in quanto desiderano ambienti di lavoro che rispettino i propri valori e le proprie priorità di vita.
Visto che in pochi anni questa generazione ricoprirà la maggior parte della forza lavoro, risulta necessario per le aziende di oggi prevedere un piano di Employer Branding che le avvicini alla Gen Z.
Sviluppa la tua Employer Branding strategy per attirare la Gen Z
1. Promuovi un ambiente inclusivo: in questo articolo del Washington Post, viene ben chiarito quanto per la Gen Z sia fondamentale trovare sin da subito un legame tra l’azienda e il suo impegno nel porre i valori di diversità, inclusione ed equità come perno attorno al quale far ruotare l’esperienza professionale dei giovani talenti.
2. Condividi il percorso di crescita: parlare sin da subito di quali saranno o potranno effettivamente essere i percorsi di crescita, risulta un incentivo importantissimo per i giovani candidati che più di altri hanno bisogno di sapere “cosa ne sarà di loro” e, soprattutto, se qualcuno gli darà l’opportunità di crescere e incrementare le competenze, anche attraverso percorsi di formazione mirati.
3. Garantisci il work-life balance: poter lavorare da ovunque ci si trovi, in qualunque momento si voglia farlo. È una strettissima necessità che le aziende devono poter garantire, aprendosi sempre di più al lavoro per obiettivi e alla formalizzazione di contratti di lavoro che permettano il lavoro ibrido.
4. Dai priorità al benessere e alla salute mentale: forse nessuno, come la Gen Z, ha mai avuto il coraggio non solo di autodefinirsi “stressato” ma anche di chiedere aiuto, a voce alta. Lo dimostra e lo sostiene l’American Psychological Association che indaga il livello di disagio psichico proprio dei giovani talenti. Va da sè che una company culture che si basa sull’attenzione a ogni genere di benessere intercetta il gradimento di un pubblico che dà molta importanza alla sua salute mentale.
5. Condividi più informazioni per alleviare il senso di incertezza: in quanto nativa digitale, la Gen Z è abituata ad avere tante informazioni e ad averne accesso in tempo reale. L’azienda in questo non può essere da meno: l’informazione toglie incertezza e dà la possibilità di entrare in pieno nel mood dell’azienda, apprezzandone tutte le sfumature.
Vediamo ora alcuni casi di Employer branding particolarmente riusciti.
Employer branding esempi di successo
Ferrero - Best Place to Work
In Italia, tra le realtà più virtuose c’è sicuramente Ferrero: il celebre marchio dell’industria dolciaria è considerato il miglior datore di lavoro nel nostro Paese e stravince la sfida in tema di Employer Branding.
In cima alla lista dei fattori di Employer Value Proposition si trovano: la sicurezza del posto di lavoro, il worklife balance e il clima di lavoro confortevole, oltre a all’estrema attenzione posta dall’azienda alle tematiche della sicurezza sul posto di lavoro.
Ha fatto notizia la vicenda del dipendente venuto a mancare a causa di un cancro, lasciando orfani due giovani ragazzi: la politica di Ferrero è quella di garantire a tutti i figli orfani dei propri dipendenti 3 annualità di retribuzione, oltre la garanzia di sicurezza economica fino a 26 anni per i ragazzi che decidano di continuare gli studi.
Feltrinelli e l'identità comune
Il potenziale attrattivo del Gruppo è legato alla capacità di riflettere una sorgente identitaria comune che si muove su un orizzonte valoriale dove la libertà di pensiero incontra la passione civile, il coraggio e la sperimentazione.
Da produttore di cultura a ecosistema per la cittadinanza attiva: i driver sui quali si fonda la Brand Equity di Feltrinelli ne attualizzano il patrimonio storico ed esperienziale.
Sono il punto di partenza per la sua offerta integrata e per il percorso di sviluppo che i dipendenti sono chiamati a compiere in azienda, guardando sé stessi come parte di una collettività in continua evoluzione.
Il Gruppo si impegna a creare spazi di lavoro connotati da una dimensione familiare in cui tutti possano sentirsi accolti; un ambiente di socialità e confronto nel quale la diversità viene considerata un fattore di crescita condivisa.
L'Oreal sceglie la trasparenza
L'Oreal ha aggiornato la propria pagina LinkedIn mettendo in luce le storie e le capacità dei membri del proprio team. I potenziali candidati hanno così avuto modo di valutare le posizioni lavorative aperte leggendo direttamente le esperienze dei dipendenti.
Le sezioni approfondite riguardato tutti gli aspetti maggiormente ricercati dalla generazione Z : sviluppo professionale e formazione, diversità, equità e inclusione, equilibrio tra vita personale e professionale, sostenibilità ambientale e impatto sociale.
Starbucks crea un senso di appartenenza
Guardando al panorama internazionale, tra le realtà aziendali che spiccano in employer branding c’è Starbucks, con una strategia orientata alla sostenibilità e gestita quasi interamente tramite social media.
Starbucks condivide storie di successo dei propri dipendenti: una tecnica che favorisce il senso di appartenenza e la lealtà all’azienda, facendo sentire le persone apprezzate ed esaltandone il valore.
Ti serve qualche consiglio per attirare nuovi talenti nella tua azienda? Limo Comunicazione è in grado di fornirti una strategia di employer branding di successo.
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